Lavorare al Sud o al Nord

Lavorare al Sud o al Nord

Lavorare al Sud o al Nord è un dilemma che affligge molti giovani. Lasciare la propria terra è sempre difficile, ma davvero tanto spesso si è reso necessario per via delle grandi difficoltà nel far decollare la propria carriera

Sicuramente ti starai chiedendo quale sia la migliore delle soluzioni, se sia meglio vivere al Nord o al Sud, se si prova realmente la tristezza di vivere al Nord o vivere da soli, o ancora più semplicemente tu non vuoi vivere lontano dalla tua famiglia e vuoi lavorare nel caldo e soleggiato Sud. 

Purtroppo o per fortuna, lasciare la propria terra e allontanarsi dalla famiglia si è costretti perché al sud non c’è lavoro.

Lavorare al Sud o al Nord: la svolta dettata dalla pandemia 

Con l’emergenza Covid-19, il mercato del lavoro ha sicuramente subito un grande cambiamento che non riguarda solo l’Italia, ma anche gli altri Paesi del mondo. 

Noi italiani non avevamo di certo una cultura diffusa dello smart working, per lo più, in genere, si lavora in sede.

Eppure, diverse testimonianze di giovani in un’età compresa tra i 25 e i 40 anni hanno dimostrato che con il Covid hanno avuto la possibilità di tornare a casa non solo dal Nord Italia, ma anche dagli altri Paesi sia europei sia del resto del mondo. 

Adesso questi giovani che si sono trasferiti al Sud, non desiderano lasciare le proprie abitazioni ed essendo sodisfatti della loro carriera vorrebbero perseguire la via del lavoro a distanza, nei limiti del possibile. 

Qualcun altro invece ha deciso, con questa scusa, di avviare la propria impresa al Sud.

Tuttavia, possiamo dire che l’attuale situazione lavorativa nel Meridione esige nuove figure lavorative che fino a poco più di due anni fa venivano considerate in minor misura. 

SkyTG24 ci dice che, se si considerano anche le piccole e le medie aziende, sono rientrati al Sud circa 100.000 lavoratori, secondo le indagini condotte dall’associazione italiana per lo sviluppo del Mezzogiorno Svimez

E proprio nel mezzo dell’emergenza sanitaria è nata l’iniziativa Southworking, ad opera di una giovane palermitana di 28 anni in collaborazione con Salvatore Ducato, il curatore dei social dell’associazione. 

La loro idea si basa sul mappare le aziende che potrebbero aprirsi a nuove policy per accogliere i tantissimi fuorisede che desiderano rientrare a casa. Un lavoro che richiede del tempo ma che fortunatamente è stato avviato. 

Lavorare al Sud o al Nord: dove è meglio vivere?

Per moltissimi la domanda è meglio vivere al Nord o al Sud, non ha ragione d’essere: vince a mani basse il Nord. Anche se, negli ultimi anni molti giovani hanno cercato di tornare nelle loro case d’origine. 

Certamente il clima, il mare, gli affetti sono tutte valide ragioni per rimanere a casa, ma partire a volte significa provare delle nuove sfide per superare sé stessi.

Molti dicono che vivere al Nord sia triste: come detto non ci sono gli affetti, il cibo non ha lo stesso gusto, l’inverno è lungo, ma non sono gli unici aspetti che possono abbatterti.

Tanto che su questo fronte non son tutti d’accordo: altri lo preferiscono per via dell’organizzazione, degli ottimi collegamenti -anche fra Regioni– della vasta varietà di svaghi possibili.

Chiaro è che molti non vogliono vivere al Nord perché sono da soli e quindi a lungo andare, nella vita di tutti i giorni è certamente un fattore importante da considerare. 

Insomma decidere se sia meglio vivere al Nord o al Sud è soprattutto una questione di aspettative personali.

Hai deciso se lavorare al Sud o al Nord? Se ti va, motivaci la tua risposta.

1 commento

  1. Come detto nell’articolo, scegliere di vivere al Nord o di tornare al Sud è una questione personale, questione di aspettative, di carattere e di desideri. Io mi sono trasferito prima al Centro e poi al Nord Italia oltre 11 anni fa, all’età di 37 anni, quindi non proprio un ragazzino. Da ingegnere, salernitano, che aveva lavorato a Napoli per molti anni, ho scelto di lasciare la mia terra per amore, per ricongiungermi finalmente alla mia donna “nordica”. E’ stata una scelta dettata anche dalla voglia di provare il cambiamento. Ed è vero, al Nord c’è tutta un’altra organizzazione, un altro tipo di mentalità e di civiltà che ti spingono a chiederti perché non possa funzionare così anche al Sud. Però, a un certo punto, quando gli anni passano e, magari, come nel mio caso, la ragione primaria per cui sei partito si perde per strada, la voglia di tornare nella propria terra, accanto ai propri cari, si fa sentire forte. Si fa sentire forte il desiderio di sentirsi nel posto giusto, tra i colori, i sapori e i profumi giusti. Infatti non sempre il posto giusto è dove ci sono più servizi e una migliore organizzazione sociale. Non sempre il posto giusto è dove hai un buon lavoro, di successo, ben organizzato e ben retribuito. Molte volte il posto giusto è semplicemente dove senti il bisogno di stare. C’è chi per sentirsi bene ha bisogno di sentirsi realizzato nel lavoro. C’è poi chi, come me, per sentirsi bene ha semplicemente bisogno di tornare da dove è partito.

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